Per anni i fringe benefit sono stati percepiti come un extra, un incentivo “di contorno”. Ma oggi, nel pieno della trasformazione del mondo del lavoro, stanno assumendo un ruolo ben più profondo e strategico.
I numeri parlano chiaro: solo l’8% dei dipendenti italiani si sente attivamente impegnato sul lavoro, posizionando il nostro Paese tra i peggiori in Europa per engagement. Eppure, il mercato del benessere aziendale italiano vale già €3,2 miliardi e cresce del 6,5% annuo, dimostrando che le aziende hanno capito l’urgenza del cambiamento.
Nasce così un nuovo approccio: il fringe thinking. Una mentalità che vede i benefit non più come semplici premi fiscali, ma come strumenti culturali in grado di raccontare l’identità, i valori e la visione di un’azienda.
I fringe benefit come specchio della cultura aziendale
I benefit “parlano”
Un sistema di riconoscimenti racconta più di quanto si pensi. Comunica cosa un’azienda ritiene importante: benessere, inclusione, autonomia, merito, flessibilità.
I fringe benefit digitali, ad esempio, trasmettono un’idea di innovazione e attenzione alla qualità della vita dei dipendenti.
Se offri benefit coerenti con i tuoi valori, rafforzi la tua cultura interna ogni giorno.
Dalla compliance alla coerenza valoriale
Molte aziende adottano fringe benefit per ottimizzare il costo del lavoro. Giusto. Ma le aziende più evolute li usano anche per rafforzare l’identità culturale.
Esempi:
- Un’azienda attenta alla sostenibilità offre gift card su brand green e mobilità dolce.
- Un’azienda tech investe in benefit digitali e on demand.
- Una realtà che punta sull’equilibrio vita-lavoro propone soluzioni flessibili e personalizzabili.
Il fringe thinking come leva di engagement e attrattività
Employer branding che parte dall’interno
I benefit, se pensati con logica culturale, diventano narrazione interna e attrazione esterna. Un dipendente soddisfatto dei propri benefit racconta un’azienda credibile, moderna e attenta.
Per il 75% degli italiani i benefit sono decisivi nella scelta del lavoro. In un mercato dove il turnover raggiunge il 37,7% nelle imprese italiane, avere una proposta distintiva fa la differenza nel recruiting e nella retention.
Coinvolgimento e senso di appartenenza
Un benefit scelto, utile, su misura, comunica rispetto.
Il dipendente non è più solo un “utente di agevolazioni”, ma un partecipante attivo alla cultura aziendale.
Un fringe thinker.
Il ruolo della Fringe Benefit Card nel costruire cultura
La Fringe Benefit Card è uno strumento perfetto per chi vuole trasformare i benefit in una leva culturale, perché:
È personalizzabile
Ogni dipendente può scegliere ciò che ama: shopping, tempo libero, mobilità, spesa. Questo rafforza il senso di autonomia e rispetto per le diversità che il 72,4% dei lavoratori italiani considera essenziale.
È digitale
Unisce innovazione e sostenibilità, elementi chiave per aziende che vogliono essere percepite come moderne e responsabili.
È narrativa
Può essere comunicata, raccontata, inserita in campagne interne e onboarding per rafforzare la cultura aziendale. Le imprese testimoniano impatti crescenti: +36,7% sulla produttività, +42,3% sul clima aziendale, +40,6% sulla fidelizzazione.
I benefit non sono solo un premio, ma un messaggio
Nel 2025, le aziende non possono più permettersi benefit “messi lì”. Serve una visione culturale, strategica, valoriale. Serve pensare in ottica fringe thinking.
E strumenti come la Fringe Benefit Card permettono di fare proprio questo: costruire, giorno dopo giorno, una cultura aziendale forte, coerente, attrattiva.
In un mercato dove l’offerta dei benefit è diventato il secondo fattore di scelta lavorativa per i talenti italiani, la tua azienda non può permettersi di restare indietro.
Vuoi trasformare i tuoi benefit in una leva di cultura aziendale?
Scopri la Fringe Benefit Card e inizia a pensare da fringe thinker.